Posizione n. 43742 – Verifica FNOMCeO

CUORE ED INTESTINO

 

Negli ultimi anni lo studio del microbiota ( insieme di batteri che “abitano” il nostro intestino) ha attirato sempre di più l’interesse degli studiosi a causa delle ripercussioni dell’attività dei batteri intestinali sulla salute dell’intero organismo, apparato cardiovascolare compreso.

Si conta che le specie batteriche presenti nel nostro intestino siano 1000/1500 con un numero complessivo di microrganismi pari a dieci volte il numero totale delle cellule umane, 100.000 bilioni di batteri per un peso di 2 chilogrammi.

Le funzioni principali della flora batterica sono: Trofica, grazie alla produzione degli acidi grassi a catena corta ( SCFA) ac. acetico, ac. butirrico, ac. propionico, che nutrono le cellule intestinali. Protettiva, azione di barriera contro i germi patogeni. Immunitaria, modulazione del sistema immunitario intestinale. Digestiva, in particolare per oligoelementi e minerali. Nutritiva, produzione di vitamine e aminoacidi ( Vit. K e gruppo B, arginina e glutammina).
In relazione alla grande diversità dei microbi, lo stato nutrizionale ha un forte impatto nella modellizzazione del microbiota intestinale, a tal punto che diete specifiche come quelle ricche di grassi o zuccheri potrebbero portare a variazioni nella popolazione microbica facilitando lo sviluppo di malattie.

Anche l’attività fisica favorisce una corretta composizione del microbiota intestinale e la sua capacità funzionale. Un altro fattore importante da tenere in considerazione è lo stato mentale dell’individuo poiché la presenza di disturbi come l’ansia o la depressione sono legati alle fluttuazioni del microbioma intestinale.

I batteri “buoni” sono prevalentemente fermentativi (lattobacilli e bifidobatteri), quelli “cattivi” sono di tipo putrefattivo (Escherichia, Bacteroides, Eubacteria, Clostridium); la prevalenza dei primi genera l’eubiosi, se vi è invece un aumento percentuale dei secondi abbiamo uno stato di disbiosi intestinale, con tutte le inevitabili conseguenze negative sull’organismo.

La ricerca sul microbiota intestinale, è diventata una delle aree più innovative quando si parla di studio delle diverse patologie. È stato dimostrato che specifiche comunità microbiche possono essere correlate allo sviluppo di diverse malattie come l’obesità il cancro , le malattie infiammatorie intestinali e le malattie reumatiche; alcuni esperimenti hanno mostrato una connessione diretta tra i cambiamenti nel microbioma intestinale e la salute e la malattia cardiovascolare.

La disbiosi appare associata ad aumento di ipertensione, aterosclerosi, sindrome metabolica, obesità e diabete mellito,
Recenti studi hanno evidenziato che le malattie cardiovascolari sono associate alla composizione del microbiota, con diminuzione del rischio cardiovascolare in presenza di un numero più elevato di specie batteriche, mentre un minor numero di specie è associato ad un aumento del rischio, in particolar modo per la presenza di determinati generi di microrganismi ad azione infiammatoria.

L’equilibrio tra microrganismi patogeni e non patogeni nell’intestino è fondamentale per mantenere la salute degli esseri umani per tutta la vita. La dieta è un fattore esterno che influenza la composizione del microbiota intestinale. Diversi studi hanno analizzato le diete e le loro implicazioni con il microbiota intestinale e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. La dieta mediterranea, basata sull’ingestione regolare di alimenti vegetali, il consumo moderato di pesce, frutti di mare e latticini, un consumo di alcol da basso a moderato (principalmente vino rosso), bilanciato da un uso relativamente limitato di carne rossa e altri prodotti a base di carne , con l’olio d’oliva che è la principale fonte di grassi consumati in questa dieta, è oggi universalmente riconosciuto come benefico per la salute con effetti indiretti sulla riduzione dell’incidenza di insulino-resistenza, ipertensione, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica.

Molto importante è anche una corretta integrazione alimentare con probiotici ( fermenti lattici ) per il ripristino di un microbiota protettivo nei confronti di specie batteriche sfavorevoli e dei prebiotici, ovvero di quei composti alimentari che “nutrono” i batteri fermentativi benefici.

Gli acidi grassi insaturi, in particolare gli omega-3, sono generalmente considerati protettivi a livello cardiovascolare. L’olio di pesce è la principale fonte di olio animale, mentre l’olio di semi di lino è ottenuto dalle piante. Sia l’olio di pesce che l’olio di semi di lino potrebbero modulare il microbiota intestinale e migliorare la produzione microbica di SCFA, con l’olio di pesce più efficace dell’olio di semi di lino nel promuovere la crescita dei batteri produttori di SCFA e ridurre la generazione microbica di lipopolisaccaridi – LPS- ( molecole che inducono infiammazione); entrambi gli oli sono implicati nella riduzione della trimetilammina-N-ossido (TMAO ), composto organico che appare collegato allo sviluppo di aterosclerosi ed all’aumento del rischio cardiovascolare.

Il beta-glucano, un polisaccaride naturale delle pareti cellulari delle piante, appartiene a una delle frazioni di fibre alimentari considerate prebioticheche, stimola la crescita di batteri intestinali benefici , produce SCFA e riduce le concentrazioni di colesterolo e glucosio nel sangue, il che riduce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete.

I polifenoli, composti organici presenti nel mondo vegetale, rivestono un ruolo molto importante nella prevenzione delle malattie per la loro capacità di modulare il microbiota. Nei modelli animali, i polifenoli aumentano i batteri che causano la produzione di SCFA e diminuiscono i batteri che producono LPS.

I gruppi polifenolici più importanti, fondati principalmente nella frutta, sono i flavonoidi, i flavoni ei flavonoli. Sono oggi presenti sul mercato numerosi prodotti a base di polifenoli di origine vegetale, utili per una corretta e proficua integrazione funzionale.

  • In conclusione, il consumo di una dieta a base di acidi grassi insaturi, frutta e verdura, associata ad una corretta integrazione con eubiotici, polifenoli ed omega-3 ( sempre sotto consiglio medico) , sono condizioni necessarie per la salute del microbiota intestinale e ,di conseguenza, dei nostri organi.
    Tali benefici si esplicano in modo particolare a livello dell’apparato cardiovascolare, soprattutto in termini di prevenzione primaria e secondaria, con riduzione delle patologie ad esso associate.

COVID-19 E CUORE

COVID-19 E CUORE

E’ passato quasi un anno da quando il Covid-19 è stato dichiarato pandemia dall’Organizzazione Mondiale della sanità e ad oggi i soggetti contagiati sono stimati in oltre 100 milioni ( su tamponi eseguiti) con oltre due milioni di morti accertati in tutto il mondo. L’infezione da SARS-Cov-2 è stata ritenuta per molti mesi una patologia di interesse prevalentemente pneumologico ( la temibilissima polmonite interstiziale), ma oggi sappiamo che si tratta di una malattia multiorgano in cui, oltre al ben noto coinvolgimento polmonare, sono presenti danni a livello vascolare, cardiaco, renale, neurologico, epatico ed ematologico.

La porta d’ingresso del Coronavirus nelle nostre cellule sappiamo essere il recettore ACE-2 presente non solo negli pneumociti ma in numerosi altri tessuti, tra cui spicca il miocardio ( muscolo cardiaco) che presenta un’alta espressione di recettori ACE-2.

Le precedenti epidemie da Coronavirus SARS ( 2002- 2004) e MERS ( 2012-2014), presentavano un tropismo nettamente inferiore per i recettori ACE-2, il che probabilmente giustifica il motivo del numero così elevato di contagi nel Covid-19 e la presenza così diffusa di particelle virali nelle cellule cardiache dei pazienti deceduti.

I meccanismi tramite i quali l’infezione da SARS-Cov-2 può danneggiare il cuore sono di tipo sia diretto che indiretto.

Il meccanismo di tipo diretto è dovuto alla straordinaria capacità del SARS-Cov-2 di infettare le cellule cardiache, con danno irreversibile sulle fibre contrattili che garantiscono la funzionalità di pompa del cuore e conseguente disfunzione dell’organo.

Il danno indiretto è invece dovuto alla penetrazione del virus nelle cellule endoteliali delle arterie e delle vene del cuore ( e di altri molteplici letti vascolari), con una risposta immunitaria secondaria dell’organo infetto e delle cellule dei vasi ( endotelite) che determina uno stato infiammatorio generalizzato . Altri meccanismi indiretti tramite cui il Coronavirus provoca alterazioni a livello del sistema cardiovascolare sono dati dall’alterazione del sistema regolatorio della pressione arteriosa ( renina-angiotensina-aldosterone) con conseguente stato ipertensivo e dalla risposta infiammatoria che coinvolge piastrine e globuli bianchi con aumento del rilascio di citochine che determinano uno stato protrombotico; nelle autopsie dei pazienti deceduti per Covid-19 è stata infatti riscontrata la frequentissima presenza di trombi sia nei grandi vasi che a livello della microcircolazione.

A livello clinico le manifestazioni del danno cardiovascolare sono molteplici, dal danno diretto alle cellule miocardiche con lesioni di grado variabile ad uno stato di vero e proprio shock cardiogeno ( difficoltà nel pompare sangue in sufficienza). La miocardite rappresenta un’infiammazione diffusa del cuore che può arrivare ad interessare tutte le strutture cardiache ( pancardite) tra cui il rivestimento esterno ( pericardite).

Il coinvolgimento delle cellule del miocardio porta, inoltre, al rischio di sviluppare alterazioni del ritmo cardiaco con episodi di fibrillazione atriale ( molto frequente), blocchi della conduzione elettrica ed aritmie ventricolari maligne che possono portare all’arresto cardiocircolatorio.

Un’altra patologia cardiaca che ha mostrato un netto aumento nei pazienti affetti da Covid-19 è la Sindrome di Takotsubo, detta anche cardiomiopatia da stress, in cui il cuore assume improvvisamente una forma alterata con dilatazione e ridotta capacità contrattile, fino ad arrivare in alcuni casi ad una situazione di scompenso cardiaco. Un’ulteriore manifestazione che si è osservata in alcuni pazienti affetti da Covid-19 è la presenza di aneurismi multipli a carico delle arterie coronarie, con aumento del rischio di ischemia cardiaca.

Ovviamente i pazienti che presentano al momento del contagio da SARS-Cov-2 patologie cardiovascolari preesistenti, l’incidenza di tali complicanze cardiache è maggiore, ma è pur vero che un interessamento cardiaco di vario grado è stato osservato anche in pazienti che non presentavano fattori di rischio cardiovascolare. In un recente studio pubblicato sul JAMA (Journal of American Medical Association) in un gruppo di 100 pazienti guariti da Covid-19, 78 avevano anomalie cardiache, tra cui 12 su 18 pazienti asintomatici e 60 avevano un’infiammazione del miocardio in corso. In un altro importante studio la maggior parte di 1200 pazienti positivi per il Coronavirus presentava alterazioni all’ecococardiogramma colordoppler.

Questi dati ci suggeriscono che il coinvolgimento cardiaco è superiore a quello stimato e che può interessare anche i pazienti asintomatici o che hanno avuto un decorso moderato della malattia.

Un altro dato che deve far riflettere è quello relativo al coinvolgimento cardiaco in atleti affetti da Covid-19, che nella stragrande maggioranza dei casi presentano una forma molto lieve di malattia.

Per concludere, il Covid-19 deve essere ritenuta una malattia multiorgano in cui il coinvolgimento cardiovascolare rappresenta una temibile e frequente manifestazione. I pazienti che presentano patologie cardiache pregresse devono essere monitorati con particolare attenzione e deve essere instaurato uno stretto controllo dei parametri cardiaci con adeguato supporto farmacologico, ma non bisogna incorrere nell’errore di sottovalutare il possibile interessamento cardiovascolare anche nelle forme lievi o asintomatiche della malattia. Vi è indicazione ad una visita cardiologica con Elettrocardiogramma ed Ecocardiogramma colordoppler, oltre alle specifiche analisi di laboratorio, in tutti i pazienti affetti da Covid-19 a prescindere dalla gravità della sintomatologia, anche nella fase successiva alla negativizzazione del tampone, in quanto si è visto che il danno da SARS-Cov-2 tende a protrarsi nel tempo ed è necessario scongiurare problematiche misconosciute a carico del sistema cardiovascolare.

L’importanza della cardiologia integrata

L’importanza della cardiologia integrata

Il dottor Ugo Miraglia, cardiologo, ci spiega i vantaggi di un approccio olistico nella cura delle malattie cardiovascolari

La cardiologia è, per definizione, quella branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e della cura delle malattie cardiovascolari acquisite o congenite (ovvero, presenti fin dalla nascita). E’ il cardiologo ad occuparsi, oltre che della diagnosi, anche del trattamento e della cura delle malattie che colpiscono cuore e arterie. Queste vengono genericamente raccolte sotto il termine di cardiopatie e si distinguono a seconda della sede colpita. Ictus, infarto, angina pectoris, scompenso cardiaco, arresto cardiaco, aneurisma, trombosi, embolia polmonare sono solo alcune delle patologie più note e, purtroppo, più frequenti considerato che proprio le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia. Ogni anno, circa 260.000 decessi sono imputabili alle cardiopatie e, secondo una ricerca condotta dalla Società Italiana di Cardiologia, la mortalità per infarto si è addirittura triplicata durante l’emergenza Covid passando al 13.7% dal 4.1% nello stesso periodo dello scorso anno. Le malattie cardiovascolari sono in gran parte prevenibili, in quanto riconoscono, accanto a fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità), anche fattori modificabili perché legati a comportamenti e stili di vita scorretti (fumo, consumo di alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà). Ed è proprio su questo approccio preventivo che si basa la cardiologia integrata. E’ il dottore Ugo Miraglia, cardiologo, angiologo ed esperto in diagnostica ultrasonografica, ad aiutarci a capire meglio di cosa si tratta.

Cardiologia integrata: cos’è?

Con l’espressione cardiologia integrata si fa riferimento ad un nuovo approccio nell’inquadramento e nella cura delle malattie cardiovascolari. “La “classica” impostazione che prende in esame esclusivamente l’organo interessato dalla malattia – spiega il dottor Miraglia – è sostituita da una strategia medica in cui l’organismo viene considerato nel suo insieme e non nel particolare, con una valutazione olistica della patologia”. Ovvero: al centro della cura non vi è il solo organo o apparato, ma l’essere umano nella sua totalità. Per tale motivo, quindi, la medicina (in generale, e la cardiologia in particolare) integrata si avvale non solo delle conoscenze della medicina allopatica ma anche delle discipline legate alla medicina tradizionale e naturale, alla medicina ortomoloecolare ed all’integrazione funzionale. Possiamo individuare due momenti nella cardiologia integrata:

  • Valutazione globale della persona, che avviene raccogliendo informazioni sulle sue problematiche, sul suo background clinico, sul suo contesto socio-familiare-lavorativo e infine sul suo assetto emozionale-psicologico. Un’accurata visita specialistica, corredata dagli esami diagnostici del caso ( strumentali e di laboratorio), ci consente di inquadrare in modo globale lo stato di salute della persona.

  • Proposta terapeutica, che conseguentemente tiene conto di tutte le considerazioni fatte sulle precedenti informazioni, sia dal punto di vista diagnostico che da quello terapeutico.

Cardiologia integrata: i punti cardine

Appurato che la cardiologia integrata si basa su un approccio psicodinamico al paziente – dalla cura della sua alimentazione e del suo stile di vita alla prevenzione di quei “fattori di rischio” che nel tempo potrebbero portare a malattie di diversa natura – va da sé che i suoi punti cardine sono rappresentati dalle discipline che consentono la capacità di studiare e di regolare il funzionamento del sistema cardiovascolare, curando le sue patologie in relazione ai meccanismi biologici dell’intero organismo ed alle alterazioni degli stessi. “Mentre l’approccio nutrizionale – spiega ancora il dottor Miraglia – ci consente di individuare eventuali errori o mancanze nelle nostre abitudini alimentari, l’integrazione funzionale permette di fornire all’organismo i micronutrienti necessari a compensare eventuali disfunzioni a livello metabolico che determinano fenomeni ossidativi e/o infiammatori, spesso alla base delle patologie cardiovascolari. Di fondamentale importanza, poi, sono l’impostazione di un’attività fisica adeguata alle esigenze del paziente, tramite programmi personalizzati seguiti da personale specializzato e l’approccio PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) in cui l’intervento psicologico ha mostrato si ripercussioni terapeutiche sui meccanismi organici alterati, e viceversa. Infine, anche l’ozonoterapia gioca il suo ruolo all’interno della cardiologia integrata, sfruttando le particolari proprietà chimiche di un gas naturale dalle molteplici qualità curative, utile sia in fase di prevenzione che di cura.”

Cardiologia integrata e antiaging

Al concetto di cardiologia integrata si può affiancare quello di medicina antiaging, ovvero quella medicina che si occupa di prevenire danni e conseguenze dell’invecchiamento, non solo a livello estetico, ma anche a livello dei tessuti e organi interni. “La visione olistica della cardiologia integrata – conclude il dottor Miraglia – consente di agire sui fattori caratteristici dell’invecchiamento cellulare, responsabili non solo delle patologie acute ma anche di quelle croniche, i cui meccanismi patogenetici sono alla base della senescenza. L’ossidazione cellulare e l’infiammazione cronica sono i meccanismi principali tramite cui le cellule invecchiano e la cardiologia integrata interviene in maniera significativa nel combattere tali problematiche”.

PADEL E CUORE

Controlliamo il nostro cuore per giocare con serenità.

Il Padel, una delle più belle realtà dei circoli sportivi di tutto il mondo,
è un gioco divertente che può essere praticato da persone di diversa
età, sesso, condizioni fisiche e tecniche. Questa sua versatilità ne ha
fatto ormai uno sport universale, capace di attrarre milioni di sportivi
che trovano nel Padel una splendida occasione per divertirsi e per
fare attività fisica con regolare frequenza. Non bisogna scordare,
però, che si tratta di uno sport aerobico/anaerobico alternato, aciclico,
con momenti di recupero (pochi) e di gioco. Questa caratteristica, che
rende il Padel particolarmente divertente, richiede al nostro sistema
cardiovascolare una serie di continui adattamenti durante il suo svolgimento,
mettendo alla prova il nostro cuore. Per tale motivo consiglio
a tutti i giocatori di Padel , a qualsiasi livello, di eseguire ogni anno una
serie di accertamenti cardiologici per verificare il corretto funzionamento
del sistema cardiovascolare e la sua capacità di adattarsi in maniera
adeguata ed ottimale agli sforzi richiesti da questo bellissimo sport.
Come prima cosa ritengo necessaria una valutazione cardiologica di
base, con raccolta anamnestica, controllo di pressione arteriosa e saturazione,
esame obiettivo ed elettrocardiogramma a riposo. Fondamentale
anche lo studio ecocardiografico, con metodica colordoppler, della
meccanica del cuore per valutare la “funzione di pompa” e la corretta
alternanza dei meccanismi valvolari.
Durante la visita cardiologica consiglio sempre di effettuare lo step test,
elettrocardiogramma eseguito prima a riposo e successivamente dopo
tre minuti di esercizio fisico ( scalino); nel caso di sportivi over 40 o
persone che abbiano mostrato alterazioni allo step test è consigliabile
eseguire un elettrocardiogramma da sforzo al cicloergometro. L’ECG da
sforzo massimale ( con il raggiungimento dell’ 85 % della frequenza
cardiaca massima per età) ha il vantaggio di fornire un monitoraggio
continuo dell’attività cardiaca ( e della pressione) al variare dello sforzo
muscolare, con incrementi graduali del carico. E’ un esame utilissimo,
che fornisce preziose informazioni sullo stato del cuore e delle coro-
Controlliamo il nostro cuore per giocare con serenità.
narie. Nel caso durante la visita dovessero emergere alterazioni della
frequenza e/o del ritmo cardiaco ( bradicardia spiccata, tachicardia, extrasistoli,
fibrillazione) è buona regola eseguire un holter cardiaco delle
24/48 ore per monitorare e studiare il ritmo cardiaco in un arco di tempo
maggiore. Eventuali problematiche pressorie possono essere analizzate
con maggiore precisione attraverso il monitoraggio continuo della pressione
tramite holter pressorio delle 24 ore.
Un esame che consiglio soprattutto agli sportivi over 40, specialmente
se affetti da ipercolesterolemia o fumatori, è l’ecocolordoppler dei
tronchi sovraortici. Con tale metodica è possibile studiare in maniera
dettagliata le arterie ( carotidi e vertebrali) che sono deputate a convogliare
il sangue al nostro cervello. La presenza di eventuali placche e/o
ostruzioni va monitorata nel tempo e se necessario affrontata con l’abolizione
dei fattori di rischio e con l’utilizzo di farmaci antiaggreganti. In
caso di ostruzioni superiori al 70% è necessario l’impianto di uno stent
metallico in anestesia locale.
Concludendo, il Padel è uno sport meraviglioso che unisce il divertimento
ad un esercizio fisico completo e vario; è vivamente consigliabile,
però, che gli sportivi si sottopongano annualmente ad adeguati controlli
cardiovascolari, per poter continuare a svolgere il loro sport preferito in
serenità e sicurezza.

(articolo pubblicato su www.sportclubonline.it  numero del 30 marzo 2020)

EMERGENZA COVID 19 e PAZIENTI CARDIOPATICI

SOLO PER EMERGENZE E CONTROLLI INDIFFERIBILI

Lo studio Dr. Ugo Miraglia, sensibile alle necessità urgenti dei pazienti cardiopatici ha attivato un servizio di cardiologia “solidale”.

Il nostro SSN è impegnato al 90 % nella durissima lotta contro il coronavirus ed abbiamo purtroppo riscontrato che sono tantissimi i pazienti cardiologici rimasti senza il proprio riferimento specialistico.

Per questo motivo visiteremo presso lo studio alle tariffe dei ticket regionali, senza un centesimo di aggiunta.

Il cuore non può attendere ed è un dovere , in questo momento, cercare di colmare le inevitabili lacune di un sistema travolto dal Covid-19.

📌 Per accedere al servizio è necessario prendere un appuntamento al numero 3335971821 o al 3925450837

si rende noto inoltre che:
🔹 lo studio viene SANIFICATO quotidianamente con gas ozono
🔹 vengono seguite tutte le misure di distanziamento e protezione individuale con DPI per covid-19
🔹 i pazienti verranno ricevuti singolarmente e cadenzati con appuntamenti precisi mentre le eventuali attese dovranno essere praticate all’esterno dello studio.
🔹 i pazienti ed i loro eventuali accompagnatori dovranno venire muniti di guanti e mascherine.